Emilio Butragueño
(Real Madrid-Roma, 15 giugno 1995, Santiago Bernabéu di Madrid)
Dodici anni dopo il suo debutto, il “Buitre”, già diventato leggenda, salutò i Merengues con una goleada alla Roma, dove giocava un ragazzino di nome Totti. Butragueño, che aveva invitato alla festa anche Hugo Sánchez e Rafael Gordillo, segnò su rigore e fece tre assist. Notte magica. Emilio continuerà la sua carriera fino al 1998 giocando in Messico con l’Atlético Celaya.
Enrique Castro González “Quini”
(Barcellona-Stelle internazionali, 9 ottobre 1984, Camp Nou di Barcellona)
Quini, centravanti del Barça, e l’addio alla squadra catalana. Il cinque volte Pichichi della Liga invitò tante stelle ma i dirigenti blaugrana si rifiutarono di ospitare Diego Armando Maradona, recentemente trasferito al Napoli, considerandolo un traditore. Quini giocherà fino al 1987 nello Sporting Gijón. Onorato con un’altra partita omaggio (contro il Real Madrid) subì un secondo no da Maradona, ma fu il Napoli a rifiutarsi per una gara di Coppa Italia.
Raúl González
(Real Madrid-Al Sadd, 22 agosto 2013, Santiago Bernabéu di Madrid)
La leggenda moderna del Real Madrid indossò un’ultima volta la maglia bianca in un’amichevole contro l’Al Sadd qatariano, squadra dove giocava allora. Nessuno voleva essere escluso dalla festa, compreso Re Juan Carlos. A fine partita, Cristiano Ronaldo gli dirà: “Questa sette ha un solo proprietario e quello sei tu”.
Ladislao Kubala
(Barcellona-Stade Reims, 30 agosto 1961, Camp Nou di Barcellona)
L’ungherese, mitico fuoriclasse del Barça degli anni ’50, salutò la squadra catalana nel 1961. Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskás, stelle del Madrid, rinforzarono i blaugrana.
Rafael Gordillo
(Betis-Real Madrid, 20 giugno 1995, Benito Villamarín di Siviglia)
Tutto esaurito allo stadio Villamarín per la sfida tra il Betis e il Real Madrid, le due uniche squadre di Rafa Gordillo. Questa fu l’unica volta che sua madre, María Teresa, andò a vederlo giocare: “Mai sono andata in campo e neanche ho mai guardato le sue partite in TV”.
Francisco Gento
(Real Madrid-River Plate, 1 settembre 1965, Santiago Bernabéu di Madrid)
Ancora non aveva smesso di giocare, ma Paco Gento ricevette il primo omaggio contro gli argentini del River. Dirà definitivamente addio al calcio il 14 dicembre 1972 contro i portoghesi del Belenenses (in porta il padre di José Mourinho) .
Alfredo Di Stefano
(Real Madrid-Celtic, 7 giugno 1967, Santiago Bernabéu di Madrid)
Uno dei migliori di tutti i tempi, insieme a Pelé, Maradona e Cruijff, disse basta giocando a Barcellona con la maglia dell’Espanyol. Ma la sua festa omaggio fu al Bernabéu con la sua amata maglietta bianca del Real. Quella notte, sconfitta contro gli scozzesi, ricevette l’Ordine Reale del Merito Sportivo.
Telmo Zarra
(Athletic Bilbao-Stelle del calcio spagnolo, 17 agosto 1997, San Mamés di Bilbao)
È stato il cannoniere più prolifico della Liga tra il 1929 e il 2014 con 251 reti. Quarant’anni dopo aver lasciato il calcio, ebbe il suo meritato omaggio. Meglio tardi che mai… Tra tutti gli invitati l’ex portiere inglese Bert Williams, a cui Telmo segnò il famoso gol ai Mondiali in Brasile del 50.
Hugo Sánchez
(Real Madrid-Paris Saint-Germain, 29 maggio 1997, Santiago Bernabéu di Madrid)
“Hugol” ha segnato 208 reti in 283 partite con la Casa Bianca conquistando 11 trofei. Quella sera non dimenticò la sua qualità davanti ai portieri, segnando un hat-trick insieme ai suoi ex compagni della “Quinta del Buitre” (Butragueño, Míchel, Sanchís, Pardeza e Martín Vázquez).
Ricardo Zamora
(Spagna-Resto del Mondo, 27 settembre 1967, Santiago Bernabéu di Madrid)
Il primo fuoriclasse del calcio spagnolo fu un portiere. Ricardo Zamora, il “Divino”, aveva chiuso la sua carriera da professionista quasi tre decenni prima, ma la nazionale spagnola decise di dare un tributo al mitico portiere in una partita amichevole. Il Resto del Mondo vinse per goleada, Zamora guardò tutto dagli spalti: la Furie Rosse lasciarono il campo sotto una pioggia di insulti e fischi.
Adelardo Rodríguez Sánchez
(Atlético Madrid-Messico, 1 settembre 1976, Vicente Calderón di Madrid)
Nessuno come questo centrocampista ha giocato tante volte con la maglia dei Colchoneros. Totalizzò 553 gare in biancorosso e per il suo addio al calcio la società organizzò un’amichevole contro la nazionale messicana. Gli aztechi vinsero 1-0 e, come Di Stefano 9 anni prima, Adelardo ricevette l’Ordine Reale del Merito Sportivo.

Redazione

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