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i Mondiali di Gino #18

Cominciamo col dire che “sfascio” mi sembra una parola grossa anche dovendo parlare della troppo rapida eliminazione degli azzurri dal Mondiale 2014. Che non avevamo una squadra eccelsa si sapeva: la difesa era superabile e le nostre speranze di andare al gol parevano affidate all’umore di Balotelli (e infatti Prandelli partiva con l’idea di impiegarlo come unico attaccante), quindi assai aleatorie. Però non tutto è da buttare, specie guardando al futuro. Se sarà difficile trovare un altro Pirlo, possiamo contare su Darmian e De Sciglio, su Sirigu, Bonucci e Abate, su Verratti, Insigne e Immobile, per qualche anno ancora su un Montolivo in progresso d’esperienza e naturalmente su un recuperabile Giuseppe Rossi.

franchetti8

Se Prandelli non sarà convinto a ritirare le dimissioni, ci sarà pure qualcuno in Italia in grado di ricavarne una squadra decente. Magari non rinunciando al gioco come si è fatto in Brasile. Correggendo le bozze del mio “Calciatore stanco”, pensate, ho trovato a pagina 73 queste parole: “…così non si vincono le partite, così fai soltanto un inutile possesso palla, una scelta per i mediocri”. Non ricordavo di averle scritte: sembrano quasi un presentimento. Imprevedibile era la falcidie delle europee: nei primi quattro gironi ne sono state eliminate quattro su sette (e potevano essere cinque, senza il colpo di reni della Grecia); fra le altre sette, qualificate Francia e Belgio e con buone possibilità la Svizzera, a rischio di uscire come la Bosnia restavano, se non i tedeschi, Portogallo e Russia. Che sia giunto il momento di ridiscutere i valori predefiniti del calcio mondiale?

 

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Redazione

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La casa editrice guarda al passato, ripescando dal baule dei ricordi storie dimenticate.

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