5 novembre 1965: la rassegna stampa non può non riferire dell’articolo datato Cremona. Perché a sedici anni dalla tragedia di Superga, questo si può oggi leggere per ritrovare l’emozione di sempre, l’emozione di quando se ne vanno gli eroi “giovani e belli”. Leggiamo, insieme. “Questa mattina gli sportivi cremonesi hanno fatto la fila dinanzi al cinema nel quale si sarebbe proiettato il documentario rievocativo del Torino scomparso tragicamente a Superga 16 anni fa. Bambini non ancora nati all’epoca della tragedia; ragazzotti, molti dei quali provenienti dalla campagna in bicicletta, nella giornata piovigginosa; uomini maturi che probabilmente mai erano entrati prima di allora con una espressione tanto seria in un locale cinematografico. Alle porte della platea e della galleria, i soci del Torino club di Cremona, organizzatore, con cravatta, fazzoletto al taschino della giacca e bracciale granata. Fuori dal cinema un grande disegno di Valentino Mazzola. L’ingresso era gratuito ma l’afflusso della folla regolare, senza la precipitazione che caratterizza in Italia gli spettacoli “dove non si paga”. La gente che entrava avrebbe anche pagato. La sala non era mai stata così zeppa, dichiarerà poi il proprietario, nemmeno con i film di Sophia Loren. La breve presentazione del presidente del Granata club, sentimentale e appena enfatica, strappò al pubblico l’applauso. La prima immagine ad apparire fu il campo di via Filadelfia, il terreno del grande Torino, che ora serve per gli allenamenti dei granata di Rocco. Anche il campo, ripreso nel documentario, deserto con le vaste gradinate vuote, è destinato a scomparire tra i palazzi moderni che lo stringono da vicino. Il pubblico proruppe in un caldo applauso quando apparvero, entrando di corsa in campo, i giocatori del Torino. Ognuno riconosceva qualcuno di loro: Gabetto, il più facile a distinguere dalla caratteristica pettinatura con la riga in mezzo, Mazzola, Bacogalupo, Loik, Maroso. “Però come picchiavano”, esclamava spontaneamente qualcuno. “Li prendevano e li davano, i calci, senza parlare, ecco tutto”, rilevava un altro spettatore. ed effettivamente, nelle riprese a volte un poco confuse e a volte più veloci del normale, si assisteva a mischie e scontri che seppur violentissimi si risolvevano rapidamente, con buona pace per chi perché aveva ricevuto il colpo e per chi l’aveva dato. Torino Juventus 4-2; Torino Inter 3-1; Torino Milan 4-1; questi risultati apparivano sullo schermo e suscitavano il brusio eccitato del pubblico, non più abituato alle imprese dei granata. Apparve anche Sandrino Mazzola in braccio al padre e uno gridò: “Bravo Sandro”. Il calcio ha i suoi nuovi idoli”.

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