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Uno scudetto Gordiano

di Pier Francesco Pompei 

In questi giorni è allo studio di una Commissione della FIGC la richiesta presentata – su input di oltre trentamila sottoscrittori di una petizione – dal dottor Claudio Lotito affinché lo scudetto calcistico del 1915 venga assegnato anche alla società sportiva Lazio, della quale è presidente. Per essere in grado di conoscere i risvolti della questione, appare indispensabile, dato il tempo trascorso, leggere le cronache, redatte da due icone del giornalismo calcistico, Vittorio Pozzo e Antonio Ghirelli, il primo addirittura vincitore di due titoli mondiali con la Nazionale italiana, di cui era Commissario unico, che riportano quanto segue.

“Con una decisione forse un po’ avventata il campionato venne sospeso verso la metà di maggio del ’15, subito dopo la nostra dichiarazione di guerra. E, con delibera successiva, il titolo di Campione venne assegnato al Genoa, per il fatto che esso si trovava in testa alla classifica al momento della sospensione. Io avevo riassunto, al nostro ritorno in patria, le funzioni di allenatore o di direttore tecnico che dir si voglia, del Torino(omissis). E, quindici giorni prima della sospensione, il Genoa lo avevamo battuto in casa nostra per il notevole risultato di sei a uno. Avevamo quel giorno scoperto certe debolezze del sistema difensivo genoano, e con un giuoco tutto d’ attacco, lo avevamo sfruttato appieno. Se noi battevamo il Genoa anche nella partita di ritorno – ed eravamo ben decisi a farlo-il Torino passava in testa, ed il campionato era nostro.” (Vittorio Pozzo “Campioni del mondo” Centro Editoriale Nazionale” pagg.43, 44)

Nella “Storia del calcio italiano” (edizione Einaudi), Antonio Ghirelli scrive: ”Il campionato, che era cominciato regolarmente sulla base delle solite tre serie interregionali, si interruppe alla penultima giornata. Il 23 maggio, un giorno prima della dichiarazione di guerra all’ Austria- Ungheria, alle squadre scese in campo a Torino, Milano, Roma e Pisa, gli arbitri lessero la comunicazione telegrafica con cui la Federazione sospendeva il torneo in seguito alla mobilitazione generale. Dopo il conflitto, con provvedimento retroattivo, il titolo venne assegnato ufficialmente al Genoa, che contava 7 punti al momento dell’ interruzione, mentre Torino e Internazionale ne avevano 5 e il Milan 3.” (Pag. 40).

Oltre al fatto che il quotidiano “La Stampa” in data 9 maggio 1919, nel riportare la notizia che una delibera della FIGB aveva assegnato al Genoa Cricket lo scudetto del 1915, aveva informato i lettori che contro questa decisione avevano reclamato il Torino e l’ Internazionale, la Storia racconta un po’ di più.

Intanto, i raggruppamenti erano quattro: Nord, Toscana, Lazio e Campania.
Il raggruppamento Nord comprendeva sei gironi, che espressero quello finale la cui ultima giornata non fu disputata.
Quello Toscano e quello Laziale espressero un girone finale a quattro squadre, che vide la Podistica Lazio concludere al primo posto. C’ è peraltro un contrasto tra FIGB e Almanacchi circa l’effettiva disputa della sesta giornata, probabilmente per essere stati considerati forfait due incontri che non si erano potuti disputare.
Il raggruppamento Campano era composto da Internazionale Napoli e Naples. I primi due incontri vennero annullati per irregolarità nei tesseramenti che riguardavano entrambe le squadre. Il terzo incontro vide la vittoria dell’Internazionale Napoli per tre a zero, ma non fu possibile disputare il ritorno che avrebbe dovuto qualificare la finalista da opporre alla vincitrice del girone finale Centro, cioè la Podistica Lazio. Oltre al possibile spareggio che si sarebbe reso necessario in caso di una seconda sconfitta del Genoa da parte del Torino, (e la chiosa tecnica sulla difesa dei liguri non è certo peregrina, considerando la competenza dell’ autore) anche la Società Podistica Lazio poteva essere raggiunta dal Pisa al primo posto, evento che avrebbe reso necessario uno spareggio anche in quel raggruppamento. Infine, la squadra che si sarebbe qualificata in Campania, tra Internazionale Napoli e Naples dopo la partita di ritorno e eventuale spareggio, avrebbe poi dovuto vedersela con la vincitrice del girone Centro, cioè quello di Toscana e Lazio.

Questo incontro avrebbe designato la finalista che avrebbe giocato per il titolo contro la vincitrice del Nord, Genoa o Torino. Scomodando un’altra icona del giornalismo, Gianni Brera, a pagina 40 della “Storia critica del calcio italiano” (Baldini & Castoldi editore), sostiene che “nessuno esclude” che il Torino potrebbe battere il Genoa “…anche a Ponte Carrega. La stessa Inter potrebbe imporsi al Milan, già fuori causa, e portarsi alla pari dei liguri e dei torinesi.”

Un bel bailamme. Ma oltre al particolare che nessuno dei tre illustri personaggi citati tiene conto degli altri raggruppamenti, c’è una considerazione da fare: che la squadra che avrebbe potuto disputare gli incontri conclusivi era ancora la “Società Podistica Lazio” che sarebbe diventata Società sportiva Lazio ben dieci anni dopo!
Infine, è da notare che Internazionale Napoli e Naples dopo otto anni si fusero in Internaples per poi dopo altri quattro anni, diventare Napoli.

Da tutto questo guazzabuglio, si evince che la richiesta in esame, se accolta, provocherebbe senza dubbio altre analoghe istanze, da parte del Pisa, dell’ Internazionale, del Napoli oltre che di quel Torino, al quale è stato revocato lo scudetto del 1926/27, unico non assegnato nella storia del nostro Campionato. Non sappiamo se si debba trarre una morale. E’ certo che, forse, per la soluzione, sarebbe il caso di consigliare alla Commissione di adottare quella di Alessandro Magno nei confronti del “Nodo di Gordio” nel 333 avanti Cristo.
In fondo, neppure tanto tempo fa…

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Redazione

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