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Per la finale la storia recente dice “Croazia”

E se proprio deve essere, che sia Croazia. Paese giovane, Paese che ci crede, Paese che una volta non esisteva e che doveva giocare per il nemico senza che all’esterno se ne accorgessero. Terra produttrice di talenti da sempre, un po’ il Brasile d’Europa come lo hanno definito in varie ere della sua breve storia politica e calcistica. Non a caso tra i pochi stranieri naturalizzati che hanno vestito la maglia a scacchi c’è proprio un brasiliano, l’attaccante Eduardo. Lo consideravano un traditore, ma in realtà difficilmente avrebbe potuto vestire la maglia verdeoro. Ma è risultato evidente alla fine che la Croazia è dei croati e che questo è uno dei Paesi in cui forse l’inserimento degli stranieri naturalizzati funziona meno. La forza sta proprio nel crederci, in quel senso di appartenenza che trascina ogni azione dei ragazzi di Dalic.

 

Poi c’è un piccolo particolare statistico che rappresenta forse un segno del destino. Dal 1982 a oggi, in ogni finale mondiale sono entrati almeno un giocatore dell’Inter e uno del Bayern Monaco.

FINALE

INTER

BAYERN

1982 Bergomi, Oriali, Altobelli Breitner, Dremmmler, Rummenigge
1986 Rummenigge Brehme, Eder, Matthaus
1990 Brehme, Matthaeus, Klinsmann Augethaler, Kohler, Reuter
1994 Berti Jorginho
1998 Ronaldo, Djorkaeff Lizarazu
2002 Ronaldo Kahn, Linke, Jeremies
2006 Materazzi Sagnol
2010 Sneijder Van Bommel, Robben
2014 Palacio Neuer, Lahm, Schweinsteiger, Muller, Gotze

 

Stando a questa logica, la finale di questo Mondiale dovrebbe essere Francia-Croazia.

E poi c’è il fascino del nuovo. Delle quattro semifinaliste, solo Inghilterra e Francia hanno già un Mondiale all’attivo, esattamente 52 e 20 anni fa. Per Croazia e Belgio sarebbe la prima volta e questo potrebbe essere un segno di cambiamento del calcio, una proiezione verso un futuro diverso.

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Redazione

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La casa editrice guarda al passato, ripescando dal baule dei ricordi storie dimenticate.

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