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Nei pensieri di Vittorio Scantamburlo

Sono tanti i giocatori che ho scoperto, portato nelle giovanili del Padova e che sono infine passati al professionismo. Facendo due conti, sono più di settanta. Con alcuni di loro sono ancora in contatto: vengono a trovarmi a casa, li incontro in giro quando mi muovo, mi fanno un colpo di telefono. Con altri, per forza di cose, mi sono perso di vista: gli anni passati sono tanti, e parecchi vivono in altre città. La vita del calciatore è frenetica, piena di impegni, persone che ti stanno intorno e che ti tirano per la giacchetta. Credo faccia parte del corso di questa esistenza essersi persi di vista. Io vorrei che tutti loro sapessero che sono sempre nei miei pensieri. Ogni giorno. Lina mi ha regalato tre splendide figlie e poi sono arrivati quattro nipoti magnifici, e questi sono affetti che vanno al di là di ogni altra cosa. È l’amore per la famiglia. Io però sento come fossero figli miei tutti i bocia che ho scoperto. Non è un legame di sangue ovviamente, ma qualcosa che solo gli uomini di sport 126 possono intuire. Non chiedetemi di fare una classifica dei miei giocatori, i sentimenti non si mettono in scala uno sopra l’altro. Ma accanto. Ed è così che vorrei incontrarli tutti, indistintamente, di nuovo: uno accanto all’altro, nel mio salotto di casa. O meglio ancora in un campo sportivo. Mi emozionerei e non riuscirei a dire una parola. La felicità mi riempie il cuore e mi fa piangere come un bambino.

dal libro “Ho Scoperto Del Piero – La storia di Vittorio Scantamburlo” (Alberto Facchinetti)

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Redazione

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La casa editrice guarda al passato, ripescando dal baule dei ricordi storie dimenticate.

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