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i Mondiali di Gino #32

Domani sera è in programma una partita che non si può vincere. Infatti chi scende in campo nella finale per il terzo posto ha già perso la sua possibilità di vincere il Mondiale e, comunque vada, è uno sconfitto. In altre discipline diverse dal calcio è stata abolita: terzo posto a pari merito e stop, senza sperare in improbabili resurrezioni e senza prepararsi a nuove lacrime. E’ chiaro che il Brasile potrà contare su una spinta psicologica superiore, perché ai suoi tifosi deve almeno un parziale riscatto; ma se gli andasse male ancora che cosa sarà di quei giocatori? Van Gaal non ha questi scrupoli: lui ha già “scaricato” i suoi dicendo che il terzo posto non vale niente, quindi è a posto. Forse questa non era una grande Olanda, ma non c’è dubbio che a tratti abbia offerto il calcio migliore del torneo (solo a tratti, mentre la Germania, pur con qualche zoppichìo, è stata più continua) e i suoi tifosi con pieno diritto si staranno chiedendo come mai, in quarant’anni di dominio europeo e quasi mondiale (non ci fosse stato il Brasile, appunto…), la Nazionale oranje abbia conquistato soltanto un titolo europeo. Se ai brasiliani in semifinale hanno ceduto i nervi, la prova dell’Olanda contro gli argentini è stata a livello di autolesionismo puro. In una partita dentro o fuori giocare per non perdere è assurdo: dopo vengono i rigori e lì quasi sempre uno dei più bravi (vedi Sneijder) ti tradisce. Se Argentina-Olanda fosse stata una partita della nostra serie B, si sarebbe mosso subito l’Ufficio Inchieste, altro che il “biscotto” di Austria-Germania Ovest o di Svezia-Danimarca. Solo che qui il pareggio, prima dei rigori, non favoriva nessuno.

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Gino Franchetti

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