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i Mondiali di Gino #31

Chissà perché, per qualche minuto davanti alla Tv devo essermi assopito. Temevo di essermi perso momenti importanti della semifinale tra Argentina e Olanda, ma poi ho scoperto che non era accaduto un bel niente. Da non credere, ma la cronaca degli eventi notabili in qualcosa più di 45 minuti era sempre ferma alla “punizione” di Messi parata da Cillessen al 14’. Nel secondo tempo e nei supplementari ho messo su carta altre cinque annotazioni: cinque! Già non sopportavo una mezza partita di “melina” italiana, figurarsi l’imitazione perfetta offerta da due squadre per 120 minuti. Per dirla tutta, ho desiderato che una qualche entità superiore, con una modifica urgente ai regolamenti, le facesse perdere entrambe, magari regalando una prova d’appello al Brasile e rilanciando il sogno di un immenso Paese. Ho trovato degna di ammirazione soltanto l’indiscutibile abilità difensiva dei due contendenti: tutte le zone del campo sempre ben presidiate e una pressione asfissiante su chi aveva la palla. Così Robben e Van Persie hanno saputo fare ben poco, Messi e i suoi ancora meno (sarà un trucco per tener buoni i tedeschi?). Poi è stato clamoroso l’errore di Van Gaal. Ma come? Fai di tutto per arrivare ai rigori e poi tieni in panchina il tuo pararigori Krul per non scontentare il portiere titolare? Così la differenza la fa l’argentino Romero. Ora c’è Argentina-Germania e non è detto che vinca il migliore (“Sperémo de no”, usava dire quel burlone di Nereo Rocco). Anche se, tornando al 7-1, non credo che la presenza di Thiago Silva e Neymar avrebbe cambiato granchè.

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Gino Franchetti

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