Questa tattica del portiere non l’avevo ancora vista. Di solito il portiere migliore è anche quello che para meglio i rigori: gioca lui perché è il più bravo e stop. Invece Louis Van Gaal ha un portiere per ogni occasione: magari ne impiega uno alto se sa che nell’attacco avversario c’è gente che tira alto e uno basso per i tiri rasoterra. Si sarà ispirato alla pallavolo: siamo di battuta e allora ci affidiamo a uno che sulla battuta fa sfracelli. Fatto sta che ha fatto il gran colpo: quel Krul che ha sostituito Cillessen dopo 120 minuti ha parato due rigori e messo fine alla cavalcata costaricana nella gloria (perché già era incredibile che i giustizieri di Uruguay e Italia fossero arrivati ai quarti di finale).
Scusate se questa volta arrivo ultimo, ma i miei brevi interventi sono come un quotidiano del pomeriggio: al massimo hanno le notizie del mattino. Dopo che un’Argentina prudente persino in Messi aveva liquidato la pratica contro un Belgio inferiore alle attese, il nascere della domenica ci ha dato l’Olanda nonostante tutto (in fondo aveva dominato e Sneijder aveva colpito un palo e una traversa) al suo posto fra i quattro grandi con Brasile, Germania e Argentina. Spazzati via tutti questi ambiziosi dell’ultima ora, rispettate le solide gerarchie del passato. Ma il segnale d’allarme è scattato: uscito presto dalle isole britanniche, il football, un gioco semplice e tuttavia esposto ad ogni complicazione, dopo un secolo sta diventando davvero mondiale.
Gino Franchetti
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