Anche ieri orgia di supplementari, per non smentire il carattere di un Mondiale sorprendente, in cui alla fine di ogni partita i vincitori, Inghilterra e Italia escluse, sono stati i favoriti della vigilia, ma potevano essere senza scandalo anche i loro avversari. Tanto di cappello, per citarne alcuni, a Croazia e Cile, Messico e Costa d’Avorio, Svizzera, Ecuador, Nigeria e Bosnia, Stati Uniti, Ghana e Portogallo (tolta la partita con la Germania), Russia e Algeria. Questa dei tempi supplementari, tuttavia, nei tornei ad alto livello non è una novità assoluta, anzi, e mi ha fatto tornare alla mente un episodio personale.
Nel felice e purtroppo breve periodo in cui lavorai per il quotidiano bolognese “Stadio”, fui mandato in Jugoslavia per la fase finale del Campionato d’Europa. Se non ricordo male, erano quattro partite: due semifinali, finale per il terzo posto e finalissima. L’amico Adalberto Bortolotti, che ancora non era direttore ma era come se lo fosse, si raccomandò caldamente: “Trasmetti subito i servizi, perché dobbiamo chiudere il giornale più presto del solito”. Ebbene, quelle quattro partite andarono tutte ai supplementari e il povero Bortolotti dovette rassegnarsi a chiudere in ritardo. E allora chi vincerà? Probabilmente chi avrà il proprio asso più in forma o più fortunato nei momenti decisivi e il portiere più miracoloso, dato che nell’organizzazione di squadra le otto rimaste hanno dimostrato di saperci fare. Certo, ci vuole anche fortuna. Il Belgio ha creato 19 palle-gol per poter segnare due volte. E noi che cosa volevamo da Balotelli con due palloni a partita?
Redazione
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