Vuoi vedere che avevano ragione gli azzurri? Nel senso che il clima brasiliano costringeva a faticare il meno possibile e a tirar fuori le unghie soltanto negli ultimi minuti? C’era dunque tutto un calcolo geniale dietro quella tattica noiosa che a noi profani pareva niente altro che sublime insipienza. A giudicare da quel che sta accadendo nelle partite degli ottavi di finale di questo Mondiale si direbbe proprio di sì, visto che in genere si risolvono soltanto negli ultimi minuti o addirittura oltre. Brasile e Costarica hanno battuto Cile e Grecia grazie ai calci di rigore dopo aver chiuso alla pari i tempi supplementari. L’Olanda ha illuso i messicani per raggiungerli sull’1-1 a tre minuti dalla fine e superarli su rigore nel recupero. La Francia ha segnato contro la Nigeria a 11 minuti e a un minuto (autorete) dalla fine. Germania e Algeria hanno realizzato il 2-1 finale durante i supplementari, gli ultimi gol addirittura al penultimo e ultimo minuto. Perché dunque affaticarsi prima, se ogni cosa si decide in fondo? C’è da rifletterci: stavamo giocando meglio nell’ultima mezz’ora dopo essere rimasti in dieci, magari in parità numerica saremmo addirittura riusciti a battere l’Uruguay, l’unica squadra liquidata alla svelta dal suo avversario degli ottavi. Scherzi a parte, l’avete vista la Germania nei primi 20-30 minuti? C’era da stropicciarsi gli occhi, perché nessuna squadra di questo torneo era ancora apparsa così scriteriata, nemmeno fossero appena usciti tutti da una notte folle all’Oktober Fest.
Gino Franchetti
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