Dunque, les dieux s’en vont. O si tengono aggrappati al loro piedistallo per non farsene buttar giù. C’è stata una morìa di campioni mondiali ed europei: fuori alla svelta Spagna, Inghilterra, Russia, Italia, Uruguay e Grecia. E anche i grandi favoriti hanno tremato non poco, dopo che la Germania ha rischiato di farsi battere dal Ghana. Avevano cominciato i tedeschi a “italianizzare” il loro gioco (quindi a prender fischi), ma non si poteva prevedere che sarebbero stati seguiti da brasiliani e olandesi: vederli incapaci di costruire manovre d’attacco decenti, come se il caldo avesse a tutti annebbiato le idee (il piede traduce le invenzioni della mente), è stato un colpo al cuore per chi li considera il meglio del calcio sudamericano ed europeo.
Onestamente non si può sostenere che Brasile e Olanda abbiano rubato qualcosa (agli oranje sono stati necessari tre episodi da rigore per averne uno, quello decisivo, e se i brasiliani hanno un portiere pararigori è anche un merito), ma hanno mostrato qualcosa di buono quasi esclusivamente con i loro assi Neymar e Robben, non con la squadra. Ovvio che anche Cile e Messico, confermando quel che di buono avevano già fatto vedere, avrebbero potuto senza scandalo passare ai quarti. Dove è arrivata la Costa Rica, recuperando ai rigori il vantaggio che la Grecia le aveva tolto al 91’. Da noi ora si cercano i sostituti dei dimissionari Abete e Prandelli. Sandro Mazzola (avvistato a Nizza sulla promenade, ma era un sosia) per la Federcalcio ha proposto Rivera. L’avevo pensato anch’io, ma ho un dubbio: temo sia ancora il ragazzo onesto che era e dove c’è politica, pare, gli onesti fanno poca strada.
Gino Franchetti
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