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Maradonapoli

Maradonapoli non è una crasi d’effetto, è una simbiosi che tocchi con mano, passeggiando per le strade della città. Maradona è in ogni angolo della città. Ne vedi la faccia, la scritta sui muri, la silhouette, ogni occasione è buona per viralizzare questa pas-sione diffusa, rimbalzante e montante, basta una scintilla per riempire la strada di Diego. In tanti locali e case poi trovi le foto, chiamiamoli i pre-selfie che Napoli si è fatta con Maradona. Ma l’immagine non basta perché tutti ricordano alla perfezione anche il dove, il quando e, con vivida memoria, anche il come è stata possibile quella fotografia. Il paesaggio emozionale che nello scatto è percepibile dai sorrisi tirati e le mani contratte è ancora un fatto vivo per chi ha avuto la fortuna di “farmi una foto con Maradona”.
Nei quartieri più popolari la maradoneità è una questione di carne più che d’immagine, una sostanza più che un ricordo. Le immagini sui muri certificano la sacralizzazione pubblica ma è la prossimità tattile di cui fanno esperienza gli abitanti a fare la differenza. Chi abita nei Quartieri Spagnoli mostra il suo attaccamento a Diego quasi sempre attraverso oggetti piccoli e personali (la firma sulla patente, il simbolo sull’auto, un “santino” nel portafoglio).
Così facendo vive un Maradona solo in parte idealizzato e “miracolistico” e molto di più un Maradona carnale, profondamente storicizzato e personale.
Una sorta di protettore con la sua edicola votiva nelle cucine di molti bassi (tipiche abitazioni napoletane, piccole con uno o due vani al piano terra e l’accesso diretto sulla strada).
Diego oggi si vende ancora. Anche voi come gli altri turisti potete comprare a Napoli qualcosa di Maradona per certificare di esserci stati. Un po’ come la gondolina acquistata a Venezia. I napoletani
alla loro maniera vi accontenteranno vendendovi di tutto. La bomba di Maradona è solo il colpo più fragoroso di un magma commerciale che non conosce soste. La lista degli oggetti maradoniani che è possibile trovare sulle bancarelle è spaventosa.
Con immagine, firma, nome o semplice rimando a Maradona sono state commercializzate magliette,pantaloncini, scarpe, maglie, jeans, mutande, calzini, pantofole, parrucche, occhiali, custodie per cellulari, bracciali, anelli, card varie, giubbotti, dischi, cd, dvd, floppy disk, penne USB, penne, matite, colori, quaderni, quadernoni, astucci, zaini, cartelle, libri, statuette, adesivi, calamite, tute, palloni, porte da calcio, maschere, vestiti da carnevale, bretelle, cappelli, agende, marsupi, cinture, polsini, cravatte, fibbie, guanti, ombrelli, portadocumenti, sciarpe, portafogli, camicie, felpe, pigiami, fotografie, quadri, stampe, sculture, tappeti, cornici digitali,aquiloni, biglie, yo-yo, giochi da tavolo, palloni, calcio balilla, parastinchi, videogiochi, vini, birre, dolci, fuochi d’artificio, mazzi di carte, salumi. E tutto nacque quando nella notte tra il 4 e il 5 luglio 1984 si decise di voler stampare duemila magliette con la faccia del primo Maradona napoletano.
Una mattinata classica a Napoli va così. Fermatevi in un bar o al centro di un crocchio. “Il Mattino” apre la sua finestra e parla alla città. Il giornale si scandaglia in questo ordine di motivi: conoscere chi è stato arrestato durante l’ultima retata e subito dopo scovare nello Sport un accenno a Maradona. Con il primo tuffo si cercano facce e profili, chiacchierando poi con gli amici. Questa fase richiede una lettura obbligatoriamente di gruppo ristretto, per far partire il quizzone del “tu è capit chi è?”, “Azz, pur a cos’ hann pigliat e uardie!”, “Rint’ e cancell’ è fernut e fa o uapp’”. La seconda fase è assolutamente personale. Non si cerca la foto o il titolone su Diego, si cerca il suo nome per esteso, come se quelle tre parole fossero un viatico perfetto per iniziare bene la giornata. Purtroppo non sempre si legge il nome di Maradona sul “Mattino”. Ora non fa ogni giorno notizia. E allora il lettore ci resta male e alza gli occhi, guardando sconsolato la faccia di Diego che lo fissa dal poster. “Ogg’ nient’ a fà!”.
Voi prendetevi mezza giornata per fare il tour dei principali luoghi maradoniani presenti in città. Un luogo imperdibile è il Bar Nilo, in via San Biagio dei Librai, 129, proprio di fronte alla statua del Fiume Nilo: c’è un’edicola votiva con all’interno il capello di Maradona. Il proprietario del bar però tiene a precisare che quella è una riproduzione, quello originale è custodito a casa sua. Prima l’edicola col col ca pello era all’esterno del bar, adesso è stata portata all’interno.
Altro luogo fondamentale è il famoso murale nei Quartieri Spagnoli. Ci sono le indicazioni per raggiungerlo oppure basta chiedere “O’ punton’ a pizzeria”. Il murale esiste dal 1990, anno del secondo scudetto, realizzato al tempo da Mario Filardi. Ha avuto due restauri, il primo nel 2016 da parte di Salvatore Iodice e un altro nel 2017 da parte dell’artista argentino Francisco Bosoletti. Sempre nel 2017 è stato creato un altro murale molto grande di Maradona dall’artista italo-olandese Jorit a San Giovanni a Teduccio, in via Taverna del Ferro.
Un altro artista argentino, sempre nei Quartieri Spagnoli…

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