Giuseppe Pentassuglia è il supercampione di Rischiatutto (per i non appassionati della trasmissione di Fabio Fazio, che fu di Mike Bongiorno: dopo essersi laureato campione due volte, ha battuto nella finalissima altri due vincitori di puntata) che ha portato come materia a scelta la Nazionale italiana ai mondiali di calcio. È un ingegnere, ha 30 anni e potrebbe essere un ottimo autore (o quantomeno un lettore appassionato) delle Football City Guides, prossima iniziativa editoriale di Edizioni inContropiede. “Sì, mi piace molto viaggiare, a prescindere dal calcio. Cerco sempre di dedicare un po’ di tempo nei miei viaggi all’aspetto calcistico soprattutto in quelle città dove si respira il pallone: Londra, Barcellona, Madrid. Visitare queste città senza fare per esempio il famoso tour dello stadio sarebbe dal mio punto di vista un errore imperdonabile”.
La meta preferita da questo punto di vista?
“Sotto questo aspetto Londra, o comunque l’Inghilterra: l’Emirates, Wembley, Stamford Bridge… stadi meravigliosi, vere e proprie seconde case per i tifosi, con musei fantastici dove si possono trovare trofei, magliette e cimeli che hanno fatto la storia del calcio”.
Un viaggio solo per il pallone?
“Mi è capitato di farlo. A Manchester soltanto per visitare l’Old Trafford. Una toccata e fuga. Non me ne sono pentito”.
Il prossimo obiettivo?
“Liverpool, qualsiasi appassionato di calcio dovrebbe andare a vedere una partita ad Anfield! Il mio Liverpool preferito è quello dell’ultimo anno di Suarez. Che Premier hanno buttato via! Anche questo di Klopp è spettacolare, mi piace”.
Per capire meglio il tuo argomento al Rischiatutto che città consigli?
“Ci sono città apparentemente meno calcistiche, dove però si è scritta la storia del calcio italiano. Berlino è una città meravigliosa. Ancora mi vengono i brividi ripensando alla mia visita allo stadio dove nel 2006 vincemmo il mondiale (tour fatto in lingua tedesca perché i posti disponibili per il tour in inglese erano terminati, senza capire nulla annuivo continuamente alla guida). Chi l’avrebbe detto che anche a quello stadio sarebbe poi stata legata la mia partecipazione al Rischiatutto dieci anni dopo quell’incredibile 2006.
Ma come hai scelto proprio questa materia?
“Ho inviato la mia candidatura appena tornato dalla Francia, dove sono stato per gli europei. Sull’onda dell’entusiasmo per l’ avventura che avevo vissuto, e senza pensarci troppo, ho scelto questa materia… circoscrivendola ai mondiali perché è la competizione che ci ha visto da sempre grandi protagonisti. Avrei potuto portare anche altre materie, sempre ovviamente calcistiche, ad esempio mi viene in mente la Juventus (di cui sono grande tifoso), ma già era stata portata da un altro concorrente (Orofino ne sa più di chiunque altro sulla faccia della terra) oppure la storia della Champions League, competizione che mi ha sempre affascinato tantissimo”.
Su quali libri ti sei preparato?
“Storia della Nazionale italiana, tre volumi nei quali son presenti sia i tabellini di tutte le partite giocate della nazionale (da cui è partito il mio studio) sia una parte più narrativa, dove si raccontano aneddoti, curiosità e via così. In generale per quel che riguarda le mie letture devo dire che son abbastanza monotematico… ovviamente un appassionato di calcio che non abbia mai letto Febbre a 90 di Nick Hornby non può definirsi tale. In generale mi piace leggere le autobiografie dei miei calciatori preferiti come ad esempio Io Ibra, uno dei giocatori che più mi entusiasma. Nell’ultimo anno da quando ho iniziato a pensare alla mia eventuale partecipazione a Rischiatutto ho letto sempre qualcosa relativo alla Nazionale, anche su internet…”
Il sogno nel cassetto?
“Da sempre quello di visitare il Maracana a Rio”
Redazione
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