Da alcuni giorni la tifoseria della Capitale si sta dividendo ancora di più per alcuni articoli comparsi sul quotidiano “Il Tempo” che vorrebbero dimostrare come la Associazione Sportiva Roma sia nata in Serie B. Per arrivare a questa conclusione, sono riportati ovviamente episodi, personaggi, eventi e articoli della stampa di quegli anni.
È storia invece che il 6 giugno 1927, nella sede della Società Podistica Lazio si incontrarono i rappresentanti della Fortitudo, della Pro Roma, dell’Alba Audace e della Lazio, per studiare una fusione che non avvenne per complicate divergenze economiche. Il giorno seguente, nell’abitazione di Italo Foschi, veniva ratificato l’accordo che portava alla nascita della AS Roma, frutto della fusione tra Fortitudo Pro Roma, Alba Audace e Roman F.C. La notizia della fusione uscì sul “Messaggero” il giorno 8 giugno.
A quella data, la Serie B non esisteva. Sarebbe nata nel 1929, contemporaneamente alla Serie A che nel suo primo Campionato comprendeva 18 squadre, tra le quali sia la Roma che si classificò sesta, sia la Lazio che si classificò quindicesima. Il campionato 1926-27, disputato su due gironi, si chiamava Divisione Nazionale e aveva visto la vittoria del Torino, al quale peraltro il titolo fu revocato e non assegnato.
Se per caso si volesse cercare un pelo nell’ uovo, si potrebbero eccepire i ripescaggi per l’allargamento dei quadri effettuati al termine del campionato 1926-27, che interessarono oltre a Napoli e Cremonese, l’Alba e la Fortitudo, che al termine di quella stagione andarono a confluire con la Roman per fondare l’Associazione sportiva Roma. Ma in tal caso, ben più pregnante sarebbe il ripescaggio al termine della stagione successiva della Lazio, unitamente all’Hellas Verona, alla Reggiana e a La Dominante. La Lazio poi, al termine del campionato successivo, ultimo su due gironi, scampò lo spareggio col Napoli grazie a un ampliamento dell’ultima ora di quella prima Serie A che avrebbe prese il via nel Campionato 1929-30. Lazio e Napoli si erano infatti classificate ottave a pari merito nel girone B della Divisione Nazionale, che alla partenza aveva indicato in otto squadre per girone le elette. Tra parentesi, la giovanissima Roma si classificò terza.
Poiché è difficile non sospettare che l’ input a questa querelle sia di colore biancoazzurro, c’è da pensare che il Marchese del Grillo, sicuramente romanista come il suo impareggiabile interprete cinematografico Alberto Sordi, avrebbe liquidato la faccenda con la sua celebre invettiva: “Io sò romanista e voi nun sete un…”
*(In romanesco, Miffa vuol dire Bugia)
Pier Francesco Pompei
Ultimi post di Pier Francesco Pompei (vedi tutti)
- Totti è come il Bacio di Rodin - 27/06/2017
- ATTILIO FERRARIS IV, IL GLADIATORE DI HIGHBURY - 22/02/2017
- IlMister #9 Zdenek Zeman, l’uomo che ama il calcio in silenzio (Pier Francesco Pompei) - 12/12/2016