Un passato da calciatore non certo indimenticabile e una carriera già avviata come dirigente di banca, ma una passione infinita per il calcio che lo porta in panchina a trent’anni. La scalata di Maurizio Sarri dai bassifondi del pallone alla Juventus, passando per Londra, ricorda quella di Arrigo Sacchi, suo maestro e punto di riferimento.
Sarri ha avuto da sempre la voglia di insegnare un calcio diverso anche in un’epoca ancora legata a schemi tradizionali. Lo studio maniacale del gioco, in ogni sua fase, lo porta a perfezionare un’organizzazione, unica nel suo genere, che lo consacra ai più alti livelli sulla panchina del Napoli. Andrea Cocchi ripercorre la carriera dell’allenatore dal principio, senza trascurare le cadute e evidenziando una capacità di cambiare, che spesso non gli viene riconosciuta.
Sarri ha portato a casa dei trofei individuali come le panchine d’oro e d’argento. Eppure gli insegnamenti migliori sono quelli che arrivano dalla sua coerenza. La coerenza in un’idea di gioco, in un modo di concepire il calcio e la vita. E poi c’è il continuo inseguimento di un sogno, quello che ti fa abbandonare il certo per l’incerto solo per poter essere felice, arrivando a sessant’anni alla guida di uno dei club più importanti al mondo. Ma tanto mettersi la tuta e scendere in campo, immaginarsi uno schema su calcio d’angolo, studiare come fermare quel trequartista così forte, è uguale in qualsiasi categoria. I pazzi la pensano così. O i geni.
L’AUTORE
Andrea Cocchi, giornalista professionista, è caposervizio della redazione sportiva di Mediaset. Dopo l’esordio all’Esagono, settimanale brianzolo, inizia l’esperienza televisiva a Telelombardia dove si occupa di sport dal 1996 al 2000, poi è caporedattore al sito Sports.com per due anni. Dal 2002 al 2004 è impegnato nella realizzazione del settimanale Controcampo, nel 2005 passa a Mediaset. È appassionato di tattica calcistica, storia contemporanea, cinema e letteratura.
Redazione
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