Prendere qualche scarpata fa male alle gambe ma fa bene all’anima. Aveva bisogno anche di questo il Brasile nella sua marcia di avvicinamento al Mondiale, una partita contro qualcuno che avesse doti atletiche importanti e che avesse qualche caratteristica simile a quelle delle avversarie del girone, soprattutto la Svizzera. Al Prater di Vienna si è visto ancora una volta un Brasile perfettamente integrato nella mentalità europea, ha resistito al gioco duro della Germania rispondendo con la tecnica e il possesso palla, ma anche con la corsa. Ma il dato più importante di questi ultimi giorni e di questa amichevole con l’Austria è l’ottimo stato di forma di Neymar. Era il grande punto interrogativo di questa Seleçao, adesso è un punto esclamativo. Un altro bel gol segnato dopo quello alla Croazia e una prova strepitosa, quasi a dare ragione al paradosso secondo il quale l’infortunio riportato con il Paris Saint Germain sarebbe stato addirittura salutare per farlo arrivare al Mondiale in perfetta forma.
Il Brasile che ha disputato le ultime quattro amichevoli contro squadre europee (vittorie contro Russia, Germania, Croazia e Austria) ha rafforzato l’idea di una squadra solida, compatta, consapevole della propria superiorità tecnica ma anche attenta nel concedere spazi alle avversarie. L’Austria, pur non essendosi qualificata per il Mondiale, veniva da sette vittorie consecutive, eppure il Brasile è arrivato 16 volte alla conclusione segnando oltre che con Neymar anche con Gabriel Jesus (sempre lui) e con Coutinho, che ha giocato da mezzala sinistra nel 4-3-3. Nella gestione Tite siamo a 21 partite giocate, 17 vinte, 3 pareggiate e appena una persa. La strada è quella giusta, ma adesso non si può più sbagliare.
Redazione
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