Evviva le nuove tecnologie! Lo dico anche se avrete capito che non ci sono troppo portato. Posso stare in Costa Azzurra a fare da baby-sitter ai miei nipoti, dedicarmi alla stesura definitiva del mio romanzo “Il calciatore stanco” di prossima pubblicazione e anche seguire il Mondiale brasiliano (almeno fino a quando la mia attrezzatura televisiva non mi tradirà). Le pretendenti al titolo hanno presentato le loro carte e possiamo cominciare a stilare una classifica delle possibilità di successo, pur tenendo presente che spesso le squadre migliori della prima fase non sono poi quelle che disputano la finale e riescono a vincerla.
Una premessa: la valutazione degli azzurri dipende da quella degli inglesi, perché se i nostri avversari non sono gran cosa, be’, allora meglio non illudersi. Dunque, ecco: 1. Olanda, 2. Germania (ci risiamo!), 3. Brasile, 4. Italia, 5. Francia, 6. Argentina. Fra i grandi sconfitti: 1. Croazia, 2. Inghilterra, 3. Portogallo, 4. Uruguay, 5. Spagna. Magari sbaglierò tutto, ma vi racconto un episodio a mio favore. Sull’aereo verso il Messico, nel 1986, fu chiesto ai giornalisti di pronosticare le prime 4 classificate e io buttai lì i nomi. Una volta rientrati in Italia, Italo Cucci, allora direttore del “Guerin Sportivo”, mi telefonò per dirmi che ero stato l’unico a indovinare nel giusto ordine le prime 4 classificate. “Bene – dissi -, che cosa ho vinto?”. “L’ammirazione dei nostri lettori”, rispose lui. Restano da giudicare i russi, che però non sono mai stati… amati dagli arbitri. Tutto considerato, meriti a parte, mi pare ragionevole prevedere una finale Brasile-Germania.
Gino Franchetti
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