Carlo Martinelli è nato a Trento, dove tuttora vive, nel 1957. Giornalista, ex libraio, campione di telequiz, ha pubblicato “Storie di pallone e bicicletta” (finalista al premio letterario Peppino Prisco) e “Un orso sbrana Baricco” (segnalazione speciale al premio Carver). Ha curato i testi de “L’incanto della montagna” e con Roberto Festi è autore de “L’immaginario della montagna nella grafica d’epoca”. Il primo libro edito dalla nostra casa editrice è proprio il suo “Campo per destinazione”. Per vent’anni ha lavorato nei quotidiani del Gruppo Espresso: per “Alto Adige” e “Trentino” attualmente cura la pagina Libri.
Ogni giorno scrivi un pezzo per la rubrica “Palle di carta” che per tutto il mese dell’Europeo è ospitata nelle pagine di 18 giornali del Gruppo Espresso (Mattino di Padova, Nuova Sardegna, Piccolo, Tirreno, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio…). In questo europeo è difficile trovare una storia al giorno?
Le coordinate della mia rubrica, le mie Palle di carta, sono talmente slegate ed estranee, spesso, alla stretta attualità, che gli spunti sono i più disparati. Per questo non posso certo dire che sia difficile trovare storie. Siamo fatti, calcio compreso, di storie. Diciamo che la presenza di un alieno quale Iniesta, che gioca e pensa calcio in un modo sconosciuto agli umani, è nettare, corrobora, fortifica, esalta. Diciamo che storie come quella di Bale e del suo Galles delle sorprese aiutano a conservare speranza nel gioco senza fine bello, a dispetto dei procuratori, degli ultras razzisti, dei calciatori simulatori, dei telecronisti troppo urlanti.
I tuoi libri preferiti sull’Europeo usciti quest’anno?
Ne sono usciti tre che mi sembrano, su fronti diversi, tutti interessanti. “Olio di canfora” di Mastrolilli, “Una storia europea” di Lorenzo De Alexandris e Francesco Gallo, “La guida ufficiosa. Europei 2016” a cura di Timothy Small e Daniele Manusia.
Già che ci sono, vi dico anche i libri di sport che mi sono piaciuti di più in questi anni. Visto il sito che ci ospita, elegantemente evito di segnalare altri titoli di inContropiede, che pure sono tra i miei preferiti. Lasciatemi pescare nei 120 titoli che ho inserito nella mia conferenza – spettacolo “Un libro (sul calcio) ogni trenta secondi”. Tre classici: “Azzurro tenebra” di Arpino, “Il sogno di Walacek” di Orelli, “Red or dead” di David Peace. Aggiungo “L’inattesa piega degli eventi” di Enrico Brizzi. Titoli recenti? “I guardiani” di Marco Ballestracci, “Gol di rapina” di Pippo Russo, “Gloria agli eroi del mondo di sogno” di Giancarlo Liviano D’Arcangelo. Ma ce ne sarebbero altri dieci, venti, trenta… come si fa?
In Trentino dove vivi si guarda con occhio più attento alla Germania? Come ti è sembrata la squadra tedesca dopo tre partite?
In Trentino c’è grande entusiasmo attorno alla Germania… da parte dei turisti tedeschi in vacanza in Trentino. Certo i trentini, da bravi italiani con radici mitteleuropee, guardano con attenzione alla Germania ma certamente non vengono meno al tifo azzurro, anzi. E se poi capita che Italia e Germania si affrontano, state certi che i crucchi vengono subissati di fischi ed improperi. Semmai è nel vicino Alto Adige, dove è forte la presenza di chi parla tedesco, che la Germania può anche contare su un po’ di tifo. Quanto alla Germania in campo, buona ma finora meno irresistibile del previsto. Sbaglia gol in quantità industriale. Ecco, se sistema la mira, sarà duro contrastarla.
Redazione
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