Ricordo di aver letto una intervista di José Mourinho, credo poco prima del suo periodo madridista, in cui affermava che il suo giro d’Europa alla conquista di tituli, non avrebbe mai compreso la Germania. «Avrei problemi ad imparare in fretta quella lingua», disse lo Special One. Non vale solo per i tecnici. Anche io, fin dai tempi in cui, all’università, un professore insistette per farmi partire per Berlino, ottenendo un immotivato rifiuto, sono sempre stato convinto che mai avrei imparato il tedesco. Per fortuna della mia alma mater e di quel magnifico prof, il mio percorso universitario si è interrotto subito dopo la laurea. Ho continuato a fare il giornalista, ma quel muro, minuscolo, della lingua di Lutero e Goethe, ho continuato ad averlo di fronte. Così come intende José, senza comprendere una lingua, rimane difficile comprendere un popolo. Nel frattempo il calcio tedesco, almeno quello della Germania Ovest, diventava sempre più internazionale, e quindi interessante per me. Mi ci sono avvicinato, utilizzando l’inglese, però sempre sentendomi un passo indietro. Senza la possibilità di approfondire, come mi piace.
Poi fortunatamente ho incontrato Roberto Brambilla. Insieme a Guido Montana, mio sodale nella costruzione e nello sviluppo di MondoFutbol.com, il primo sito di calcio internazionale in Italia, abbiamo deciso di coinvolgerlo subito nel progetto. Roberto è diventato il mio, il nostro Virgilio della Foresta Nera. Diverse mail e messaggi mi hanno fatto scoprire che altri, colleghi o amici, erano nella mia stessa situazione. E grazie al nostro Kaiser di Sesto San Giovanni eravamo tutti più sicuri. Perché, si vede nella profondità delle analisi, nello scrupoloso vaglio delle fonti interpellate, che del Brambilla ci si può sempre fidare. La conoscenza della lingua lo introduce a un livello di approfondimento superiore, poi però è la cultura personale e, soprattutto, la sensibilità dell’uomo che elevano il lavoro di Roberto.
Questo libro, da bersi tutto d’un fiato, e poi da riprendere, storia per storia, per assaporarlo meglio, illustra il talento giornalistico di un professionista vero, che sembra aver accompagnato ciascuno dei personaggi illustrati nei diversi racconti. Sembra essere lì con loro. Perché li conosce, le loro storie gli sono entrate dentro, davvero. Ecco, la Germania, così, finalmente, è davvero interessante. Grazie Bob da parte di tutti noi zucconi, e buona lettura a voi fortunati che avete in mano questo libro.
Carlo Pizzigoni
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