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Album90 #2 Gazza, la Milo e Montesano (Furio Zara)

Per trovare cosa sia rimasto oggi del quasi cinquantenne Gazza Gascoigne che vediamo arrancare sfinito tra alcol, disturbi psichici e malinconia, è qui che bisogna cercare, nelle foto dei giorni felici. Siamo tra il ’92 e il ’94, gli anni della Lazio. Gazza – un’improbabile frangetta, il sorriso da Benny Hill che ne combinerà una delle sue – posa qui con Sandra Milo e Enrico Montesano, probabilmente, in uno dei tanti club della città: a segnalarcelo e l’effigie che si scorge dietro il gruppo, con un Gazza disegnato e fasciato di sciarpa con l’Aquila.
In realtà Gazza sembra interessato alla sola Sandra Milo, che guarnisce i suoi sessant’anni con un vestitino a fiori e lascia che Gazza appoggi la mano – con eleganza very british – nell’incavo del fianco. Montesano si limita a fare il tifoso, guarda il fotografo, l’imbarazzo è testimoniato dal fatto che si stringe da solo le mani, come i preti prima della confessione. Sono anni in cui la Milo sta vivendo una seconda giovinezza, anche mediatica. E’ reduce dalla più famosa telefonata in diretta della storia della Rai, quella in cui una telespettatrice chiama per dire alla conduttrice de «L’amore è una cosa meravigliosa» che suo figlio Ciro ha avuto un incidente ed è grave. Si tratta di uno scherzo di pessimo gusto, ma la reazione della Milo «Ciro! Ciro!!!!!» resterà negli annali. E’ virale, si direbbe oggi.
E’ come se la foto trasudasse decadenza. Tutti hanno già dato il loro meglio. E ne sono consapevoli. La Milo, che mai tornerà a livelli di popolarità così significativi, Montesano, la cui filmografia da quel momento in poi deraglierà su binari dimenticabili e infine Gazza, che ha già consegnato la sua poesia all’indolenza ubriaca dei disperati.

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Furio Zara

Furio Zara

Giornalista e scrittore. Lavora al Corriere dello Sport dal 2000. Ha vinto il premio giornalistico Coni-Ussi Under 35 nel 2004, il premio Beppe Viola nel 2006 e il premio Piero Dardanello nel 2007, come miglior giornalista sportivo. È noto per aver scritto diversi libri sul calcio, tra cui “Bidoni”, che ha aperto un vero e proprio genere in ambito calcistico-letterario.

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