Dal Friuli arrivavano spesso delle soffiate giuste. “La settimana prossima vi porto al campo un giocatorino già pronto”. “Ho un difensore che può giocare anche a centrocampo”. Era Vittorio Pasti, ex giocatore del Bologna e buon amico di Dall’Ara, a fare queste segnalazioni. Pasti parlava con il presidente che poi chiedeva a me. Nell’estate del 1955 mi vidi arrivare al campo due giocatorini, Leskovic e Pascutti. Mi bastò poco per dare l’ok per entrambi. A mio giudizio sarebbero diventati entrambi titolari del Bologna in serie A. Sfortunata fu la storia di Leskovic che morì giovane per un male incurabile.
Ezio invece è stato uno dei giocatori più importanti degli ultimi dieci anni. Era introverso, forse un po’ timido. Abbandonare la sua terra natale, il paesello in provincia di Udine dov’era sempre vissuto, per arrivare in una città come Bologna era stato un passo non semplicissimo. Presi subito in simpatia il ragazzo. Aveva carattere. Non gli parlavo molto, e lui faceva altrettanto per questione di abitudine. Ma lo seguivo da vicino e andavo a vederlo nei campi dove giocava. Ho sempre seguito con occhio attento le squadre del vivaio, passavo di frequente al campo della Virtus in via Valeriani. Iniziò la stagione nella De Martino e in campo faceva la differenza. Poi un sabato mattina, era l’ultimo giorno dell’anno 1955, andai nella casa dove vivevano i ragazzi che arrivavano da fuori senza famiglia.
“Ezio… Ezio…”
“Chi è? Buongiorno signor Viani”.
“Svegliati, fai colazione, vai a farti una passeggiata. Stanotte a letto presto, mani fuori dalle coperte, mi raccomando, che domani giochi”.
“Gioco?”
“A Vicenza. Con noi. In prima squadra. Forza, preparati”.
Pascutti aveva 18 anni, per scelta non avevo voluto dargli troppo preavviso. Non volevo caricarlo di troppe responsabilità. Non mi deluderà l’ala sinistra friulana. Esordio con gol, cose che non capitano a tutti: tiro di Pivatelli, che il portiere vicentino Sentimenti IV devia sul palo, palla e la testa di Ezio si cercano ed è gol. E il Vicenza sconfitto al Menti 3-2.
“Bravo, Ezio”. Non gli dissi molto altro.
Una settimana dopo Pascutti mi fece un altro gol decisivo. La mia stagione al Bologna si concluderà poche settimane più tardi, non era evidentemente l’annata buona per me e i rossoblù. Eccetto per l’esordio fulminante di questo ragazzo. Alcuni anni dopo, mentre ero commissario tecnico della Nazionale, lo feci esordire anche in azzurro. Era un’amichevole contro la Francia.
Tratto da “La versione di Gipo” di Alberto Facchinetti
Redazione
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