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i Mondiali di Gino #14

La maggior fortuna che Prandelli e i suoi hanno avuto in questo primo ciclo di partite mondiali sta nell’imprevista esplosione del calcio americano. Non abbiamo visto emergere soltanto, com’era prevedibile, Brasile, Argentina e Uruguay (nella gara contro gli inglesi), ma quasi tutte le squadre delle Americhe, con le due sole eccezioni di Ecuador e Honduras, a zero punti prima del confronto diretto: Messico, Cile, Costarica e Colombia (già qualificata) hanno all’attivo alcune delle imprese più sensazionali della prima fase e quelle dei messicani contro il Brasile e dei cileni contro la Spagna sono state fra le partite più belle viste sinora, più o meno come quella degli uruguaiani con l’Inghilterra, battuta quando ormai credeva di aver raddrizzato il risultato.

prandelli

 

 

 

 

 

 

 

Ma che cosa c’entrano in tutto questo gli azzurri? C’entrano perché, senza il netto successo della Costa Rica sull’Uruguay, avrebbero affrontato il secondo ostacolo del loro cammino con un ovvio (e pericolosissimo) senso di superiorità. Sono stati invece costretti a rispettare Costarica, a cercare di metterlo fuori gioco, pensando anche all’Uruguay quale ultimo ostacolo in un possibile match di spareggio. E’ vero che due risultati di parità potevano essere sufficienti alla qualificazione, ma i due pareggi erano comunque da conquistare e si è certi di averli ottenuti magari soltanto allo scadere dell’ultimo minuto di recupero. Il risultato deludente della gara sulla carta più facile ci ha posto nella condizione di dover lottare ora alla morte senza alternative.

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Gino Franchetti

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